Xiaomi e dintorni: naming e strategie di marketing

Uno degli attuali concorrenti delle aziende occidentali di tecnologia è sicuramente la Xiaomi, una realtà cinese che ha saputo imporsi sul mercato internazionale anche grazie al fatto di aver proposto smartphone a prezzi accessibili e concorrenziali.
Questa azienda andrebbe analizzata sotto diversi punti di vista, in modo da poter cogliere non solo gli aspetti più superficiali, ma anche per comprendere quali siano state le ragioni che hanno portato sia a scegliere il nome della Xiaomi, sia a determinarne gli orientamenti di marketing.
L’origine del nome Xiaomi, una storia di naming
Una delle prime curiosità che potresti avere potrebbe riferirsi all’origine del nome di questa azienda.
Il termine Xiaomi viene spesso tradotto come “miglio”, anche se esistono differenti interpretazioni riferite alla parola stessa.
Infatti, essa, come molte parole cinesi, viene composta da Xiao, che significa piccolo, e da Mi, che significa riso.
Una delle interpretazioni del nome è stata data dallo stesso amministratore delegato della società, Lei Jun, che ha indicato come esso si possa riferire al concetto che di riso e di chicco si ha nel buddhismo.
Per i buddhisti vale il detto per il quale un chicco di riso può essere grande come una montagna.
Quindi, per Jun questo elemento indicherebbe la volontà della sua azienda di partire dai particolari, dalle piccole cose, per fare cose grandi.
Si può capire, quindi, come questo nome, apparentemente molto semplice, indichi una serie di concetti che potrebbero ispirare i potenziali acquirenti dei prodotti dell’azienda.
Inoltre, dal punto di vista del naming, il nome stesso rispetta una serie di criteri fondamentali:
- In tante lingue non significa nulla
- Si pronuncia quasi sempre nello stesso modo
- È un nome breve
- È particolare ed è facile da ricordare
- Non può essere storpiato
Quindi, unendo i due elementi, cioè quello del concetto di fondo del nome e anche quello relativo alla forma e alla pronuncia dello stesso, è possibile affermare come il nome Xiaomi sia stato davvero una scelta geniale.
Xiaomi e la conquista del mercato occidentale
La Xiaomi, ovviamente, avrebbe pur potuto avere un nome geniale, ma nel caso in cui non fosse stata in grado di superare i concorrenti oggi non ne parlerebbe davvero nessuno.
Una delle caratteristiche che più risaltano agli occhi di chi la esamini, è costituita dalla proposta che l’azienda ha sempre fatto di cellulari a prezzo basso e concorrenziale.
Questo ovviamente avviene anche per il costo limitato della manodopera locale, ma anche per una precisa strategia di mercato, che voleva consentire a tutti di poter avere un telefono di buon livello.
Inoltre, uno dei prodotti di punta dell’azienda è costituito dalla MIUI, una ROM che consente di supportare decine di altri computer e che si basa sull’implementazione di differenti versioni di Android.
Anche in questo caso, la Xiaomi ha puntato sulla riduzione del prezzo come elemento da utilizzare per combattere la concorrenza.
Secondo i vertici aziendali, questa politica sarebbe praticabile anche perché non si realizzerebbero produzioni su larghissima scala, ma si attiverebbe la realizzazione dei prodotti solo dietro la richiesta del mercato.
Il nuovo POCOPHONE di Xiaomi
La politica di prezzi, e di coniugazione rispetto alla qualità, si conferma anche con la nuova creazione dell’azienda, il Pocophone F1, un cellulare che può vantare caratteristiche invidiabili, come la presenza di uno schermo ad alta risoluzione e la fornitura di 6 GB di RAM, che lo rendono davvero di ottimo livello.
Anche in questo caso si è avuto il lancio del prodotto ad un prezzo già ridotto in origine, di circa 400 euro, e successivamente ancora scontato.
Tale elemento consentirà, ancora una volta, a chi voglia un top di gamma di preferire la Xiaomi rispetto agli altri.