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Scegliere il nome della propria azienda

Scegliere il nome della propria azienda

di Giovanni Sodano Dicembre 20, 2006

Miniguida alla scelta del nome giusto per il tuo business

I latini dicevano “Nomina sunt Omina”, ed esprimevano, in questo modo la loro convinzione, secondo la quale ogni nome è un ponte sonoro tra l’uomo e la realta’: un presagio che evoca immagini, sensazioni, emozioni, e pensieri. Il nome è l’energia che l’uomo incanala in un veicolo fonico.

La denominazione aziendale, la ragione sociale, o più comunemente il nome della nostra azienda è il fulcro intorno al quale sviluppiamo il nostro core business. Obiettivo principale di tale denominazione è appunto la comunicazione che deve, nel bene o nel male, trasmettere un messaggio sia ai nostri clienti (ovvero ai consumatori dei nostri prodotti) che ai nostri collaboratori (che vanno dai fornitori ai partners, passando per i dipendenti, gli amici e i familiari).
L’universo di persone che entrano o che sfiorano la nostra attività deve essere colpito, abbagliato, stupefatto da tale nome, e dal messaggio comunicativo che questo deve racchiudere.

Quando scegliamo il nome della nostra prossima attività, quindi, la prima cosa che dobbiamo tenere in considerazione è l’evolversi nel tempo (breve o lungo che sia) della stessa. Se la nostra attività assumesse un’importanza ed un potere di mercato che non avevamo studiato potrebbe essere difficile adeguarsi nel modo giusto, essendo legati ad una denominazione che ci potrebbe risultare troppo stretta e che potrebbe non avere quel potere comunicativo di cui avremo bisogno.

Ad esempio, se siamo in procinto di avviare un’attività di ristorazione, o più semplicemente una pizzeria, e se questa magari fosse situata in una piazza importante, il primo nome che potrebbe venirci in mente, di sicuro sarebbe qualcosa del tipo “pizzeria piazza Dante”. Pensiamo ora alle conseguenze che tale nome comporterebbe se decidessimo di creare un franchising, o di aprire una catena di pizzerie nella stessa o in altre città d’Italia. Tutte richiederebbero una piazza egualmente intitolata allo stesso autore.

Sconsiglio, dunque, di usare nomi del tipo “Pizza in Piazza” (la nostra seconda pizzeria potrebbe trovarsi in una comune via), o “Pizzeria Piazza Centrale” o, ancora,“Pizzeria del Corso“. E se volessimo invece aprire una caffetteria? Quanti “Caffè degli Artisti” e quanti “Bar Centrale” conoscete?
Io personalmente, ne conosco diversi!

Questi sono gli esempi classici che faccio quando mi chiedono consigli sul nome da dare alla propria attività, accompagnando e correlando tali giochi di parole con delle serie ed efficaci considerazioni:

 

pensare in grande

Capita molto spesso di sottovalutarsi, o di sottovalutare ciò che potrebbe essere quello che ancora non è. Tornando al caso del Bar Centrale, anche se avete una certa età o una voglia di mettervi in gioco apparentemente limitata, non lasciatevi persuadere dalla convinzione che non aprirete mai una seconda attività. Come si dice, l’appetito vien mangiando: meglio, quindi, preparare un piatto più grande.

 

pensare al target e al business collaterale

Non è detto che un’azienda che oggi produce o vende reti ortopediche in futuro non decida di ampliare il suo catalogo prodotti inserendovi anche cuscini, materassi e coperte. Aprire oggi un negozio di cravatte non significa precludere in futuro la vendita di cappelli, berretti, sciarpe e guanti.
Una ipotetica ‘attività informatica chiamata “Hardware Store” che si occupa di vendita ed assistenza di personal computers, potrebbe in un futuro prossimo trovare qualche difficoltà nel proporsi ai propri clienti e nell’imporsi sul mercato come softwarehouse rispetto ad un’azienda titolata, ad esempio, “Easy Tech”.

Un potenziale cliente, deciderebbe dunque di affidarsi ad un’azienda con un nome più software e meno hardware per il suo programma gestionale, o meglio ancora, ad un’azienda che nel nome non abbia alcun riferimento.
La famosissima Buffetti, vende accessoristica per ufficio, tavoli, sedie, tagliacarte, borse e postit, ma è famosa per i suoi ottimi e costosi software gestionali, l’intramontabileApple vende sia software che periferiche. E sia Buffetti che Apple, non hanno nel loro nome alcun riferimento ad uno dei prodotti che commercializzano.

Diciamo dunque, che associare un prodotto od un termine descrittivo al nome dell’azienda potrebbe rivelarsi un passo falso in previsione di una evoluzione del proprio core business.

Altre volte, poi, l’evoluzione dei vari settori merceologici può far sì che la nostra denominazione societaria diventi… obsoleta.

Se fino ad ora abbiamo venduto le nostre camice nel nostro rinomato “Nara Camicie” potremmo incontrare qualche difficoltà nel proporci come venditori di pantaloni, scarpe o vestiti da cerimonia.

 

badare alla pronuncia del nome

Il nostro nome non deve essere frainteso, in nessun caso, e dovrà essere facilmente riconoscibile quando viene pronunciato al telefono. Non devono esistere possibilità di fraintendimenti e ostacoli nella pronuncia del nome di un’azienda, tanto meno quando dovremo pronunciarlo al telefono.

C’è chi opta per le iniziali dei soci o del titolare. Nulla di più sbagliato. Il risultato spesso si traduce in una rivisitazione distorta dello stesso da parte dei clienti, dei fornitori o peggio ancora dei dipendenti stessi.

Pronunciare “Vierre” e sentirsi chiamare “Bierre”, dire “Diemme” e sentirsi rispondere “Dienne”  non ci aiuta di certo a rimanere impressi!

Di sicuro non c’è nulla di più imbarazzante che ripetere il nome della propria azienda due volte mentre si sta stringendo la mano ad un potenziale cliente, o clienti che a telefono distorcono la pronuncia della nostra ragione sociale perchè non ricordano come ci chiamiamo, per non parlare poi degli impiegati con leggeri difetti di pronuncia: potrebbero rovinare la nostra azienda!
Oltretutto, se siamo in presenza di una srl, di una spa, o di una sas, dobbiamo fare in modo che il nome non interferisca in nessun modo con la sigla di appartenenza, e soprattutto sia prescindibile da essa.

Prima di decidere qualsiasi cosa, tuttavia, sarebbe opportuno fare una ricerca presso la Camera di Commercio, all’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi per evitare di utilizzare nomi esistenti o che differiscano soltanto per qualche lettera o qualche preposizione della ragione sociale.
Altro suggerimento, è quello di cercare su Internet. Considerando che in questi tempi moderni la presenza sul web è fondamentale, preoccupiamoci di scegliere una denominazione che non sia in uso, o che comunque non sia confondibile con nessun altra.

 

ricapitolando:

1. il nome deve essere associato al core business nella giusta misura ed in previsione di ampliamenti d evoluzioni;

2. il nome deve essere breve nei limiti del possibile;

3. il nome deve essere mnemonico, facile da leggere e pronunciare sia in italiano che nelle altre lingue;

4. il nome non deve essere offensivo o richiamare concetti blasfemi ed equivocabili;

5. il nome deve poter essere associato ad un elemento reale ed associabile ad esso;

6. 
è opportuno evitare iniziali ma non giochi di parole, l’importante è che filino: ad esempio Accenture deriva da Accent on the Future e Adidas dal nome del fondatore Adolf (AdiDassler; il signor Covone che si occupa di Misurazioni e rilievii Tecnologici potrebbe chiamarsi Comitec.

7. il nome può essere studiato partendo da nomi di personaggi storici o da derivazioni latine e greche, giocando sempre sul proprio core business;

8. il nome deve essere il più possibile originale e fantasioso.

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2 Comments

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  • ABC Finanza

    Condividerò il post con i miei followers di Instagram

    Rispondi
    • admin

      Grazie, Valentin 🙂