Quanti saprebbero inventare la ruota se non fosse già stata inventata?

Ti sei mai posto dei problemi “esistenziali”, delle questioni che, secondo te, potrebbero andare a modificare la storia dell’intera umanità? Saresti in grado di trovare delle soluzioni geniali quanto quelle individuate dai grandi pensatori, dagli scienziati e da coloro che hanno fatto le scoperte più importanti del passato e del presente?
La domanda che fa da titolo a questo contenuto (Quanti saprebbero inventare la ruota se non fosse già stata inventata?) vuole proprio farti riflettere su questo importante aspetto.
Anche coloro che hanno potuto fare la differenza e che hanno messo a disposizione del mondo le proprie “menti”, hanno dovuto affrontare questo scoglio, che appartiene, come sto dicendo ormai da qualche tempo, alla necessità di mettere in pratica il pensiero laterale.
Le invenzioni e il pensiero creativo
Se non esistesse la creatività, non sarebbe possibile inventare qualcosa né trovare una soluzione a molti tipi di problemi.
Lo sanno benissimo i così detti “Inventori” e tutti coloro che, ogni giorno, si arrovellano allo scopo di raggiungere un obiettivo che non sia ancora stato neppure avvistato da lontano.
Coloro che sono in grado di pensare in modo creativo hanno la possibilità di raggiungere vette che le altre persone non riescono neppure a immaginare.
Per capire meglio questo concetto posso iniziare da un esempio facile da comprendere.
Sicuramente sai chi era Charles Darwin, ovvero colui il quale viene definito letteralmente il padre della teoria dell’evoluzione delle specie.
Ebbene, questo studioso dopo vent’anni di studio non riusciva ancora a venire a capo di alcuni importanti dettagli legati alla correlazione tra evoluzione e adattamento. Un giorno, gli capitò di leggere uno scritto di un giovane biologo, che si chiamava Alfred Russel Wallace. Questo, in un tempo molto più ridotto rispetto a quello impiegato da Darwin, era riuscito a formulare la teoria dell’evoluzione, legandola proprio alla sopravvivenza e all’adattamento.
In un solo viaggio nelle Indie, quindi, questo giovane studioso era stato in grado di ottenere il medesimo risultato che era stato raggiunto, e anche non del tutto, da Darwin.
Questo ci fa capire come non sia tanto importante il tempo che impieghiamo nel ricercare una soluzione, oppure la logica che vi applichiamo, quanto la capacità che abbiamo di pensare in modo originale e fuori dagli schemi.
Perché il pensiero creativo può fare la differenza
Edward De Bono sosteneva come il pensiero razionale, che viene chiamato pensiero verticale, si basa sul concetto del “massimo delle probabilità”. Quindi non consente di andare a indagare quelle che possono essere delle soluzioni alternative e ha un difetto fondamentale, ovvero quello di non aprire la mente di chi lo applica a nuove e differenti interpretazioni della realtà.
Ad esempio, partendo proprio dalla ruota, non tutti sarebbero stati in grado di inventarla, neppure oggi, ma molti possono essere capaci di migliorare le prestazioni di un pneumatico o di una ruota di una bicicletta.
Se il pensiero verticale si basa esclusivamente sulla logica, quello creativo non la lascia completamente da parte, ma vede l’aggiunta anche di elementi ulteriori, che consentono di non limitarsi a soluzioni già viste e usate.
Si può anche dire che il pensiero di logico e razionale non sia propizio rispetto alla costituzione di nuove invenzioni, quando quello creativo lo è per natura.
Il pensiero logico non è tutto
Esistono molte persone dotate di una mente analitica davvero “potente”: possono fare calcoli, programmare e possono essere in grado di svolgere tutta una serie di compiti, all’apparenza quasi impossibili e in un periodo di tempo limitato.
Allo stesso tempo, però, queste persone sono spesso caratterizzate da un utilizzo limitato della creatività, che non consente loro di arrivare dove vorrebbero.

Raffigurazione di Giuseppina Bonaparte con in braccio la carlina Fortunè e in piedi Napoleone – ilcarlinoamodomio.it
Un altro esempio che si può fare è quello di Napoleone. Di lui sappiamo che era un grande stratega, un combattente e un capitano eccezionale e capace di mobilitare, gestire e mettere in riga tutti i suoi sottoposti.
Andando a guardare la sua vita personale, tuttavia, notiamo la presenza di un ospite “scomodo”: il cane Fortuné della moglie Giuseppina.
Questo era talmente agguerrito da non consentire al neo marito della sua padrona neppure di avvicinarsi alla stanza da letto, rendendo impossibile a Napoleone l’ingresso nella stessa.
Ci si potrebbe chiedere come mai una persona che ha davvero fatto la storia, che è ricordato ancora oggi per il fatto di essere sicuramente diverso da molti altri della sua epoca, non fosse in grado di tenere testa ad un animale così piccolo, un carlino!
Questo perché anche coloro che spesso dimostrano di essere forti, indipendenti e particolarmente sagaci, possono peccare nell’applicare ai propri problemi una certa creatività.
Magari Napoleone avrebbe potuto attirare il cane creando per lui una cuccia al di fuori della stanza, oppure avrebbe potuto farlo educare.
Invece, scelse di sottomettersi a un carlino!
Da questo esempio possiamo trarre alcune conclusioni in merito al confronto tra il pensiero verticale e il pensiero laterale:
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- Il pensiero verticale tende ad essere selettivo, mentre quello laterale è produttivo e creativo
- Il pensiero logico si attiva solamente nel momento in cui c’è una direzione specifica verso la quale muoversi, mentre quello creativo genera da solo la propria direzione
- Il pensiero verticale è analitico, mentre quello creativo è stimolante
- Il pensiero di tipo verticale procede per step successivi, mentre chi è creativo non ha la necessità della consequenzialità
- Il pensiero verticale tende a non ammettere errori e a ricercare la correzione di continuo, quello creativo impara e utilizza gli errori stessi