Quando si dice avere polso

I primi computer occupavano stanze intere. Col tempo si sono rimpiccioliti riuscendo a stare dentro ad armadi via via più piccoli. Poi sono diventati desktop, notebook, netbook, tablet, smartphone e da non troppo tempo anche smarwatch e smartband.
Sono anche già stati studiati dei chip che saranno installati direttamente sottopelle, ma forse questo sarà argomento di un altro articolo.
In questo discorso, invece, voglio concentrarmi sui computer da polso: io ne possiedo uno da circa due anni e negli ultimi tempi lo indosso praticamente ogni giorno. Quello che scorgo, tuttavia, anche guardandomi intorno e vedendo l’offerta che c’è sul web, è che questi dispositivi fanno un po’ fatica a trovare la loro giusta identità: lo si può notare soprattutto leggendo i nomi delle categorie con cui i produttori segmentano il mercato: fino a qualche tempo fa esistevano solo tre macro gruppi: gli smartwatch, gli orologi da corsa (o da running) e i bracciali da fitness.
Oggi, tutte le funzionalità che offrivano gli orologi da corsa sono integrate sia all’interno degli smartwatch che dei bracciali da fitness.
Smartwatch
Gli smartwatch sono accessori cult e di design. Alcuni produttori come Apple e Samsung, eterni rivali tecnologici, si combattono a colpi di mercato. Con uno smartwatch puoi fare all’incirca le stesse cose che puoi fare con un telefono, ma le dimensioni sono di gran lunga inferiori: puoi ricevere e scrivere messaggi, puoi rispondere o fare telefonate, puoi leggere le notifiche dei social network e tenere sotto controllo la tua casella email, il calendario e gli appuntamenti.
Smartband
I braccialetti da fitness, o smartband, invece, hanno un taglio più sportivo: esteticamente sono più simili a bracciali che a orologi ma hanno ugualmente display leggibili che oltre a mostrare l’orario si prendono cura di te: monitorano i battiti cardiaci, la pressione arteriosa, hanno un gps, contano i passi, le ore di sonno, le calorie bruciate, le distanze precorse e tutti i progressi che raggiungi quotidianamente durante lo svolgimento dei tuoi sport preferiti.
La tendenza dei produttori, tuttavia è confonderci le idee riempendo i primi con le funzioni dei secondi e viceversa, e in questo caos dilagante dove non si capisce quale prodotto sia migliore dell’altro, la domanda continua a crescere in maniera vertiginosa.
Leggevo qualche tempo fa di una ricerca fatta da un sito di prodotti tecnologici che negli ultimi anni la richiesta di smartwatch è cresciuta di oltre il 150% mentre quella delle smartband di quasi il 900%. Questi dati impressionanti devono farci pensare agli sviluppi e alle enormi potenzialità, anche in termini di business, che questi piccoli (e spesso molto economici) oggetti di design possono avere.
Le notifiche
Proviamo a fare un ragionamento, ma per semplificare e non escludere nessun prodotto, mi riferirò ai dispositivi chiamandoli banalmente orologi. Le notifiche, fino a poco tempo fa, eravamo abituati a riceverle solo sullo smartphone e, anche se in teoria non cambia nulla visualizzarle sul nostro polso, in pratica la differenza è notevole: la semplicità del gesto. Lo smartphone non ce l’abbiamo a portata di mano: dobbiamo sentire la vibrazione o la suoneria, prenderlo, sbloccarlo e leggere la notifica. L’orologio, invece, è attaccato al polso e la notifica si legge con un gesto naturale che siamo abituati a fare da sempre.
La potenza degli orologi intelligenti e l’intuizione di chi li ha prodotti è proprio questa: utilizzare un comportamento naturale che appartiene al nostro bagaglio cognitivo che è quello di ruotare il polso per guardare l’ora, e utilizzarlo per proporci di consumare i contenuti più disparati. Il dispositivo che indossiamo ci fa diventare ancora più smart, ci attrae e ci distrae con maggiore facilità rispetto a prima.
Notorietà di marca
La notorietà di marca (o, come direbbero i miei amici milanesi, la brand awareness) si definisce come la capacità di identificare un particolare brand. Per capirci è l’esatto opposto della non conoscenza della marca e punta ad essere o a diventare di tipo spontaneo (in questo caso si parla di ricordo spontaneo o notorietà spontanea) utilizzando diversi fattori di marketing per raggiungere tale obbiettivo.
Ma cosa c’entra questo con gli orologi smart e le notifiche?
Pensa di essere un produttore di ombrelli. Difficilmente potresti suscitare interesse inviando notifiche agli utenti del tuo database commerciale per descrivere loro gli ultimi modelli: potresti invece inviargli notifiche affidabili sulle previsioni del tempo per ricordargli di portare l’ombrello in caso di pioggia. Stesso discorso, ad esempio, se tu fossi un brand del settore beverage: potresti inviare una notifica a tutti gli utenti nel raggio di 20 km dal punto in cui si terrà un evento dove saranno offerti gratuitamente i tuoi prodotti. E se fossi il titolare di un e-commerce, potresti inviare una notifica con un’offerta dell’ultimo minuto nella quale, magari, avvisi che sono rimasti solo 5 prodotti ad un prezzo scontato e che rimarranno disponibili esclusivamente per le prossime due ore. Scarsità, urgenza. Riesci a cogliere le potenzialità?
In ogni ambito, in ogni settore, in ogni strategia di marketing, ogni passo deve essere fatto con la dovuta attenzione, valutando minuziosamente ogni dettaglio senza mai esagerare. Il troppo storpia, il troppo poco non appaga. Lo dico ai produttori di tecnologia, alle persone di marketing ma soprattutto, lo dico a me stesso.