Neologismi, estensioni e analogie nel Naming

Ti sei mai chiesto se la lingua italiana sia sempre stata quella che conosci oggi, oppure se essa abbia subito delle modifiche e delle “integrazioni” nel corso dei secoli?
La risposta giusta è, ovviamente, sì, in quanto la nostra lingua, così come molte altre, non è statica ed è stata spesso influenzata dal trascorrere del tempo, e anche dal raffronto rispetto a quelle che sono sia altre lingue, sia discipline specifiche.
Basti pensare all’utilizzo del computer e di internet: l’introduzione di questi strumenti nella vita quotidiana ha determinato anche molte modifiche nell’uso della lingua.
La stessa parola “computer” non esisteva, ad esempio.
Puoi quindi capire come anche oggi potresti trovarti di fronte a quelli che potrebbero essere neologismi e analogie, così come estensioni di parole.
Come potresti usare questi elementi a tuo vantaggio nel campo del naming?
Il sistema per usare i neologismi, le estensioni e le analogie
In primo luogo, per poter raggiungere dei risultati razionali nel campo del naming, sfruttando quelli che possono essere i neologismi oppure le analogie, sarà fondamentale seguire alcune regole fondamentali.
Infatti, un neologismo non potrà essere inventato di sana pianta, ma dovrà basarsi su alcuni concetti o parole preesistenti.
Ad esempio, pensa alla parola selfie: essa è stata creata di sana pianta, ed introdotta anche nella nostra lingua ormai in modo corrente, ma comunque è un termine che si basa sulla parola inglese “self” che si riferisce a “se stessi”. Indicando, quindi, una foto che una persona si sarà fatta da sola, allora potrà avere senso, e potrà essere usata con un significato univoco.
Quindi, qualora tu volessi costruire un neologismo dovresti:
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- Prendere in considerazione una determinata struttura, ad esempio inserendo prefissi o suffissi (pensa alla parola “scioglievolezza” presente nella pubblicità di un noto cioccolatino), oppure modificando una parola già presente (come la parola croccantezza), o ancora andando per analogia, com’è accaduto per la parola “petaloso”;
- Utilizzare un sistema di diffusione della parola che ti consenta anche di influenzare una determinata massa di persone: essa, quindi, dovrà essere creata per pubblicizzare un prodotto, e la stessa pubblicità dovrà essere fatta in modo da coinvolger lo spettatore;
- Controllare che non vi siano termini adatti nella nostra lingua per descrivere quel prodotto, quella sensazione o quel tipo di esperienza.
La differenza tra neologismo, estensione e analogia
Esistono, inoltre, delle fondamentali differenze tra un neologismo, l’estensione e l’analogia.
Il neologismo consiste nella creazione di una vera e propria parola precedentemente non esistente, che entrerà, pian piano, a far parte del vocabolario di una particolare lingua.
L’estensione di una parola, invece, consiste nell’applicazione di un termine a contesti differenti rispetto a quelli nei quali essa sia stata creata. Ad esempio, pensa all’espressione “gamba del tavolo”, oppure “mano di poker”.
L’estensione, quindi, può avvenire nel momento in cui la parola possa comunque essere utilizzata in un contesto che sia affine a quello originario di utilizzo del termine stesso.
Infine, si trova l’analogia. Essa si può definire come una figura retorica che consente l’accostamento di due o più parole, seguendo, per tale accostamento, quella che è la loro “somiglianza” a livello di significato.
Ad esempio, prova a pensare all’espressione “sei un coniglio!”. Questa analogia, tra la persona e il coniglio, viene fatta sulla base della somiglianza tra le caratteristiche di un codardo e quelle di un coniglio.
Si “salta” la comparazione tra l’essere umano e il roditore, e si passa direttamente a definire il primo con un termine che identifichi il secondo.
Il naming, quindi, può davvero giovare dell’utilizzo di queste tecniche a livello linguistico, anche se le stesse dovranno essere sempre usate con consapevolezza e in modo mirato.
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