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Naming: le parole valigia

Naming: le parole valigia

di Giovanni Sodano Maggio 29, 2019

La nostra società attuale si è abituata alla creazione e all’introduzione di quelli che chiamiamo “neologismi”, ma pensare che essi siano un’invenzione moderna è davvero errato.

Infatti, esistono esempi anche legati ai secoli passati e che vedono l’utilizzo del neologismo in modo piuttosto esteso, spesso allo scopo di giocare con le parole e renderle uno strumento per esprimere concetti particolari.

Questo accade anche con il principio delle parole valigia che venne espresso da Lewis Carroll, lo scrittore del famoso “Alice nel Paese delle Meraviglie”.

Le parole macedonia o valigia

Lewis Carroll ha scritto moltissimi libri e racconti dedicati sia agli adulti sia ai ragazzi, e proprio nei confronti dei più giovani esso poteva esprimere di più se stesso, anche inventando delle parole di sana pianta.

In un brano del Jabberwocky l’autore inserisce termini come “brillosto”, “agiluti” e “paprussi” simili a molti altri presenti anche nei due capitoli dedicati alla storia di Alice (basti pensare ai Palmipedoni e al Brucaliffo).

Questo piccolo poema, che venne inserito nello stesso libro di Alice, è pieno di termini assolutamente inesistenti, che l’autore definisce parole macedonia, o anche parole valigia.

L’espressione “parole valigia” si riferisce alla presenza di una valigia composta da due scomparti, quindi da due porzioni che vengono unite per formare qualcosa di nuovo.

Infatti, queste parole, che vengono anche chiamate porte-manteau in francese, sono dei veri e propri neologismi che vengono creati mettendo insieme la parte iniziale di una parola con quella finale di un’altra.

Lo si capisce anche dalla spiegazione che ne fa un personaggio di Alice, Humpty Dumpty. Ad esempio, in merito ad “agiluto” esso dice che la parola vuol dire “agile e lutulento, cioè fangoso, vischioso”.

Esso aggiunge: “E’ un po’ come una valigia, capisci, ci sono due significati in una parola sola”.

Questa tecnica, anche se strana, potrebbe essere molto utile nel caso in cui tu voglia applicarla a tecniche di naming, magari per pubblicizzare un prodotto da te realizzato.

Esempi di parole valigia nella nostra lingua

Se ancora non sei convinto dell’utilità delle parole valigia, o delle parole macedonia, per la tua attività, e magari per rendere speciale un prodotto da te costituito, è possibile farti qualche esempio che ti faccia capire come queste vengano usate davvero spesso, e in casi specifici esse siano entrate nel gergo comune.

Pensa alla parola “cantautore”. Essa era un neologismo che, all’inizio del secolo scorso, non venne accettato dai puristi della lingua italiana, che spesso lo definirono letteralmente come un “orrendo neologismo”.

Nelle pubblicità attualmente in circolazione si può notare la presenza di molte di queste parole valigia.

Cerca di pensare un attimo al termine “apericena”: è o non è una parola macedonia? D’altronde, è un termine costituito da due parole differenti, ed esprime quello che è un concetto innovativo e unico.

Lo stesso accade per il prodotto Aperifresco che mette insieme Aperitivo e Rinfresco, e che è diventato una parola ormai accettata.

Allo stesso modo si può osservare l’utilizzo di questa tecnica per molti altri prodotti: pensa agli esempi seguenti:

    • Cioccomerenda
    • Cioccoblocco
    • Videotelefono
    • Musicassetta
    • Aperisushi

Ovviamente, alcuni termini sono più eleganti rispetto ad altri, e anche a livello di suono possono essere più piacevoli rispetto ad altri neologismi di questo tipo.

Tuttavia, l’invenzione di una parola è un tipo di esercizio che noi esseri umani compiamo fin dall’infanzia, da quando iniziamo a parlare.

Magari riuscire ad inventare un nuovo termine potrebbe davvero aiutarti non solo a pubblicizzare il tuo prodotto, ma anche a creare una nuova categoria, alla quale tante altre persone potrebbero ispirarsi, e che potrebbe essere in grado di distinguerti completamente dalla massa dei tuoi concorrenti, ancora legati alle vecchie strutture.


 

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