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Naming: andare oltre la creatività

Naming: andare oltre la creatività

di Giovanni Sodano Settembre 15, 2018

Spesso si potrebbe pensare che la creazione di un nome per un prodotto o un’azienda siano solo questioni legate alla creatività.

In realtà, il naming va oltre la pura vena creativa di chi lavori, in quanto si può affermare come solo un terzo dell’attività dipenda all’essere creativi: tutto il resto è pura tecnica.

Qui potrai vedere che cosa sia necessario per ottenere un nome che sia davvero forte, versatile, unico e adatto alle tue esigenze.

I passaggi del naming oltre la creatività

Sicuramente per poter arrivare ad avere un nome che soddisfi le aspettative di un cliente, un esperto di naming dovrà utilizzare la sua creatività, ma dovrà anche fare altro.

I passaggi puramente tecnici che servono per arrivare al risultato sono sicuramente i seguenti:

L’analisi dell’azienda

In modo sistematico, e con un metodo ben preciso, sarà necessario andare ad analizzare l’azienda, a valutare quelle che sono le sue caratteristiche e anche i valori che essa vorrà trasmettere attraverso il proprio nome, oppure quello di un prodotto.

Allo stesso modo, si andrà ad analizzare la concorrenza, in modo da notare con chi si avrà a che fare, e in quale modo potrà essere possibile fronteggiare il proprio “nemico”.

Brainstorming

Questa è sicuramente la parte creativa, nella quale si propongono parole che potrebbero arrivare a soddisfare l’intento di dare nuova vita ad un’azienda, ad un brand oppure ad un professionista.

Ovviamente, neppure in questo caso si brancolerà completamente nel buio, ma invece si cercherà di seguire delle linee guida grazie alle quali mettere realmente a frutto l’intento del brainstorming.

La selezione

La creatività, ad un certo punto, deve nuovamente essere riportata sui giusti binari, ed è per questo che dopo aver effettuato il brainstorming sarà necessario effettuare una selezione dei nomi che siano risultati dalla prima parte creativa del processo grazie al quale trovare un nuovo nome.

La selezione prenderà in considerazione alcuni importanti criteri, come quello della brevità, dell’unicità, dell’originalità e anche dell’appartenenza, almeno minima, del nome al settore al quale si voglia fare riferimento.

Il test

Diversamente da quanto potresti pensare, il naming non è un processo che si basi sul principio di “buona la prima”.

Per capire se una scelta possa funzionare, e possa davvero essere adatta per una determinata azienda o per un prodotto, si effettueranno anche dei test.

Questi potranno riguardare la costituzione di un finto sito internet, oppure la realizzazione di layout per delle pubblicità che si potrebbero realizzare allo scopo di promuovere quel dato prodotto.

La creatività, usare la giusta misura

Come avrai potuto vedere, la creatività ha un suo posto all’interno del sistema del brand naming, ma dovrà essere utilizzata nella giusta misura.

Un nome che sia solo frutto della creatività potrebbe lasciare indietro altri elementi molto importanti, come il riferimento all’attività dell’azienda e al suo settore, particolari che, invece, dovranno certamente trasparire dal nome.

Allo stesso modo, però, non si potrà escludere del tutto la creatività, perché, altrimenti, si potrà arrivare a risultati scadenti, come quelli che si vedono in tante città, nelle quali ci sono già troppe panetterie “Non solo pane” e troppi negozi di abbigliamento “Donna più”.

In definitiva, quindi, si può certamente affermare come il naming sia una vera e propria scienza.

Esso, infatti, consente di mettere insieme elementi diversi, e spesso considerati distanti tra loro, come la strategia e la creatività, per arrivare ad un risultato finale, che sia in grado di soddisfare non solo chi abbia realizzato “l’esperimento” ma anche chi abbia commissionato l’attività di creazione.

In questo modo, quindi, la creatività diventa un tassello importante, ma non l’unico, per chi lavori ogni giorno in questo campo.

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