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La Magic Formula dello storytelling

La Magic Formula dello storytelling

di Giovanni Sodano Marzo 25, 2020

Per introdurre questo argomento, in un contesto differente, inizierei con una storia. Questa volta, tuttavia, scelgo di iniziare con una citazione:

Il tuo obiettivo è quello di far vedere al pubblico quello che hai visto, far sentire ciò che hai sentito, far provare quello che hai provato. Un dettaglio importante, espresso in un linguaggio concreto e vivace,  il miglior modo per ricreare una situazione così come è successa e per farla immaginare al pubblico.

Dale Breckenridge Carnegie, scrittore e insegnante statunitense, credeva fortemente che chiunque, se motivato e preparato in maniera giusta, potesse dare il meglio di sé esprimendo, in questo modo, i propri talenti e le proprie capacità. La sua “filosofia” si basava su alcuni principi, tratti dalla sua opera magna “Come trattare gli altri e farseli amici“:

    1. non criticare, non condannare e non recriminare
    2. apprezza gli altri in maniera onesta e sincera
    3. suscita in chi ti sta intorno il desiderio di seguirti
    4. interessati agli altri in maniera sincera
    5. sorridi, sorridi, sorridi
    6. per ognuno di noi, il nostro nome è il suono più dolce che esista
    7. ascolta e incoraggia gli altri a parlare di sé stessi
    8. parla di ciò che interessa agli altri
    9. fai sentire importante chi ti sta intorno e fallo sinceramente

“Come trattare gli altri e farseli amici” è un libro pubblicato quasi un secolo fa, nel 1936, che ancora oggi può essere considerato un vero e proprio manuale di istruzioni per riflettere sull’importanza della comunicazione e del giusto approccio quando si tratta di relazioni interpersonali.

Ma cosa c’entra questa premessa con lo storytelling? 
Semplice.

Lo storytelling, o per meglio dire la narrazione, è un ingrediente essenziale per stringere relazioni e per influenzare le persone. Grazie alla narrazione è possibile creare connessioni interpersonali significative e migliorare i propri risultati nel business e nella vita.

Chi possiede una buona preparazione tecnica e in più è capace di esprimere le proprie idee, di comandare, di suscitare entusiasmo tra i collaboratori, sarà candidato alle leve del potere.

La Magic Formula

Una buona narrazione non si affidata al caso o all’arte di padroneggiare parole difficili, ma allo stesso modo del naming, possiede una collaudata formula magica fatta di tre punti ben precisi. Vediamoli subito:

    1. Episodio
    2. Azione
    3. Beneficio

Episodio

Ogni volta che dai vita a una narrazione, inizia sempre con un episodio. Cerca di creare l’impatto.

Gli episodi, le storie, creano connessioni mentali, catturano l’attenzione e rendono più semplice la contestualizzazione dell’argomento che intendi presentare. Più è personale la storia, più è stata rilevante per la tua vita, più rischi di arrivare all’amigdala delle persone (tratto questo argomento nel mio prossimo libro, ma non divaghiamo… 😉).

Se le persone sono mentalmente coinvolte con te, saranno più inclini ad accettare ciò che vorrai proporre loro, o quantomeno a crederti.
Il tuo target ti seguirà perché si identificherà nella situazione che racconterai, perciò usa luoghi comuni che siano ben accetti e fallo senza preamboli inutili.

Azione

Proponi il cambiamento, esorta all’azione. Esponi prove, numeri e statistiche. Anteponi i fatti a quelle che sono le tue idee. Perché il tuo pubblico dovrebbe ascoltarti? Perché dovrebbe fidarsi di te? Perché hai dato prove tangibili e incontestabili, almeno sul momento. I fatti ti consentono di ottenere approvazione, ovvero una risposta logica e razionale diversa da quella emotiva del paragrafo precedente. A questo punto semplifica il messaggio, esponi cronologicamente la storia evidenziando quelli che sono i passaggi significativi e mostra come quel cambiamento, quell’azione sia o sia stata fondamentale per ottenere quel beneficio.

Beneficio

Crea una connessione tra l’azione e il beneficio. L’azione deve essere sempre inversamente proporzionale al beneficio (meno azione = più beneficio), e fai terminare la storia con una morale: il vantaggio che hai tratto in seguito al problema che hai risolto.

La storia è stata cambiata più volte da persone che avevano il desiderio e l’abilità di trasferire le proprie convinzioni ed emozioni ai loro ascoltatori

Ti svelo un segreto

É la nostra mente che crea la realtà

D’altra parte la parola storia deriva dal greco antico ἱστορίαhistoria e significa ricerca, ispezione visiva, conoscenza. Essa si occupa dello studio del passato tramite documenti e testimonianze che possano trasmettere il sapere. Tutti gli esseri umani hanno una naturale tendenza a processare la propria esperienza sotto forma di storie.

Le esperienze, anche quelle più banali come per esempio un saluto, un caffè al bar, un viaggio, sono diverse per ciascun individuo che le vive. Ognuno di noi le descriverebbe in maniera differente a partire dalla propria visione del mondo. Nessuna descrizione sarà perfettamente reale, ma tutte saranno assolutamente vere.

E raccontare storie coinvolge così tanto la nostra parte emotiva che non possiamo evitare di fare letteralmente il tifo per il protagonista e di rivivere mentalmente le sue stesse emozioni.

Concludendo:

Le storie hanno un potere. Esse intrattengono, incantano, toccano il cuore, ispirano, motivano, sfidano. Ci aiutano a capire. Stampano un’immagine nella nostra mente. Vuoi dire una cosa importante o sollevare una questione? Racconta una storia. (Janet Litherland)

Gli storyteller moderni

Ovvero gli influencer. Grazie alla loro naturale predisposizione a raccontare il proprio mondo e a coinvolgere emotivamente i follower, essi riescono a diffondere le loro credenze e a influenzare migliaia di persone. Gli influencer hanno smesso i panni di VIP irraggiungibili e sono scesi in campo per confrontarsi con le persone che li seguono utilizzando gli stessi strumenti. Chi segue un influencer lo apprezza (o lo disprezza) per lo stile di vita che conduce e si identifica in quelle qualità positive (o negative) che lo rappresentano. Ecco perché quando uno di essi racconta una storia, anche quella di un brand o di un prodotto, la gente continua ad ascoltarli.

La Magic Formula ai TED Talks

Akash Karia, autore del libro TED Talks Storytelling, ha riassunto i sette ingredienti utilizzati dagli autori degli speech più famosi al mondo.
PS. Chi non conosce i TED Talks, può dare un’occhiata su Wikipedia.

    1. Chi ben inizia… – Se proprio devi, introduci te stesso solo dopo aver raccontato una storia accattivante
    2. Il potere del conflitto – Fai in modo che la storia da raccontare venga percepita come non inventata. I migliori narratori di TED hanno raccontato storie personali con una forte componente di conflitto in grado di incollare letteralmente la platea alle poltrone
    3. Non raccontare: mostra – Utilizza se puoi immagini, video, audio e quant’altro possa far leva sulla mente della tua audience. Rendi viva la narrazione con il maggior numero possibile di dettagli descrittivi significanti
    4. L’esperienza in tutti i sensi – Cerca di costruire immagini che evochino sensazioni per tutti e cinque i sensi
    5. Il potere del dettaglio specifico – Sii credibile, dai prove, dati, dettagli tangibili e incontestabili
    6. Storie a lieto fine – L’ottimismo vince sempre
    7. Morfologia dello storytelling – Segui il processo naturale delle storie: il racconto, il conflitto, la crescita, la presa di coscienza e la morale 

Tuttavia, attenzione a non esagerare, oppure…

 

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