La forza discreta dei nomi

Nel tuo “viaggio” attraverso il naming avrai capito quanto attribuire un nome ad un’azienda, o ad una linea di produzione, sia davvero importante.
Forse, però, non ti sei mai soffermato a pensare a quanto il nome possa avere una forza che, allo stesso tempo, può diventare un elemento discreto e quasi posto in secondo piano.
In particolare, molte marche hanno un simbolo, un logo, che è spesso conosciutissimo, e che racchiude un po’ quella che è l’essenza dell’azienda e del suo tipo di attività.
I simboli, tuttavia, possono essere sopravvalutati in molti casi, e si dovrebbe ricominciare a considerare come elemento primario il nome della marca.
Essa, infatti, si troverà sempre “dietro” al marchio, ma ne costituirà la base, senza la quale il marchio stesso non potrebbe proprio esistere.
L’errore del marchio
Molti consumatori, o comunque coloro che non lavorano nel campo del naming, hanno spesso la tendenza a considerare il marchio come qualcosa di davvero troppo importante, come un elemento che potrebbe sopravvivere da solo ma che, invece, non ha per nulla questo potere.
Si deve sicuramente sottolineare quanto sia importante il lavoro svolto dai grafici per realizzare un logo, ma questo partirà sempre da quello che è stato il punto precedente, cioè dalla scelta del nome che avrà dato vita alla marca.
Non bisogna pensare, infatti, che la Apple sia nata con il simbolo della mela morsicata, oppure che la Nike abbia avuto come elemento primario il suo simbolo così essenziale.
Coloro che hanno creato questi marchi hanno iniziato a pensare ad un nome, e solo da questo è stato fatto derivare il logo o il simbolo dell’azienda.
Quindi, la prossima volta che vedrai la M luminosa di McDonald’s, oppure la doppia C di Chanel non pensare che sia il logo a poter fare la fortuna di un’azienda, ma tutto il lavoro che avrà portato in primis alla possibilità di avere un nome originale, orecchiabile e “ricordabile”.
La forza del nome
Abbiamo già accennato alla forza del nome, ed ora cercherò di spiegarti in modo ancor più chiaro questo concetto.
In particolare, pensa a quanto un nome di una marca sia importante, forse molto di più rispetto al suo logo o al suo simbolo.
Con una parola, che spesso non è riconducibile al tipo di merce venduta, gli imprenditori riescono a conquistare i consumatori, ad esprimere concetti e anche a convogliare tutto ciò di cui l’azienda si occupa.
Pensa sempre alla Apple: leggendo il nome di questa azienda potresti pensare che essa si occupi di vendere frutta, ad esempio. Ovviamente non è così.
Eppure, il nome Apple consente di:
- Identificare immediatamente l’azienda;
- Di sapere di che cosa essa si occupi;
- Di conoscere quali siano i valori supportati e rappresentati dall’azienda stessa;
- Di identificare in modo immediato anche il logo;
Pensa che tutto questo può essere raggiunto, a livello di risultati, solo con un nome, che in tanti casi non assolve neppure quello che è il compito di descrivere in alcun modo l’azienda o i suoi prodotti.
Che cosa è capace di fare il nome?
Il nome ha la capacità, quindi, di esprimere molti concetti in un modo discreto, eppure potente.
Ecco, quindi, le potenzialità del nome:
- Un nome dà la possibilità di identificare ciò che l’azienda fa;
- Un nome può consentirti di distinguerti davvero dalla massa;
- Il tuo nome può essere lo strumento più potente, se ben creato;
- Grazie al nome potrai fidelizzare i tuoi clienti;
- Il tuo nome, insieme al logo, ti consentiranno di proteggere i tuoi prodotti, ad esempio dalla contraffazione;
- Il nome può essere una miniera d’oro, capace di restituirti il tuo investimento.