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La Chiesa Cattolica e il cambio di corporate identity

La Chiesa Cattolica e il cambio di corporate identity

di Giovanni Sodano Novembre 27, 2019

Il volto del cambiamento, per affrontare le sfide del mondo digitale nel segno di Tradizione e Contemporaneità.
Per parlare a tutti. Una nuova identità visiva che parte da una Tradizione millenaria.

Oggi affrontiamo un argomento piuttosto ostico per cui, come anticipa il titolo dell’articolo, parliamo della trasformazione dell’informazione mediatica della Chiesa Cattolica iniziata a partire dal 16 dicembre 2017.
Tale trasformazione viene messa in atto dopo alcune riflessioni rese pubbliche da Papa Francesco nel giugno 2015 e porta alla nascita di una nuova corporate identity della Chiesa e di una nuova strategia di comunicazione dell’immagine pubblica della Santa Sede.

Il contesto comunicativo

L’attuale contesto comunicativo, caratterizzato dalla presenza e dallo sviluppo dei media digitali, dai fattori della convergenza e dell’interattività, richiede un ripensamento del sistema informativo della Santa Sede e impegna ad una riorganizzazione che, valorizzando quanto nella storia si è sviluppato all’interno dell’assetto della comunicazione della Sede Apostolica, proceda decisamente verso una integrazione e gestione unitaria.

L’attuale contesto comunicativo – Lettera apostolica di Papa Francesco

I media tendono a convergere e a integrarsi fra di loro e l’interattività riguarda il rapporto tra l’utente e il prodotto: per esempio, nel caso della pagina Facebook della Chiesa Cattolica, un utente può interagire con essa più facilmente, comunicando con chi produce o pubblica i contenuti.

Il messaggio del Santo Padre incuriosisce molto giornalisti ed esperti di settore, ma è solo nel 2017 che tutti possono iniziare vedere con i propri occhi il cambiamento annunciato con il suddetto comunicato.


La gestione unitaria dei media

La convergenza mediale (i media che tendono a convergere verso un unico media) che ha guidato le scelte della Chiesa Cattolica nella riorganizzazione del proprio asset non è qualcosa di completamente nuovo se si considera che queste scelte vengono fatte periodicamente da tutte le grandi aziende (compreso quelle che che vendono prodotti o servizi). La Chiesa, infatti, durante questo processo, ha badato bene a utilizzare sempre lo stesso tipo di comunicazione, gli stessi slogan, le stesse grafiche su ogni piattaforma.

Per esempio, una pubblicità televisiva della Wind è uguale o molto simile alla pubblicità della Wind sul sito di Youtube (anche graficamente), proprio per trasmettere la stessa identità di marca dell’azienda.

Anche la Chiesa Cattolica vuole cercare di fornire una immagine pubblica sempre coerente.

Con la strategia di corporate identity le grandi aziende (vedi l’esempio di Coca Cola) cercano di uniformare i messaggi comunicativi a prescindere dal media (tv, radio e internet) sul quale vengono lanciati. Il motivo è semplice: per il processo di convergenza prima descritto. Cioè per il fatto che i media tendono a integrarsi l’uno nell’altro.

La Chiesa Cattolica capisce il cambiamento in atto e si adegua.

Un esempio banale di integrazione può essere quello dove i telegiornali fanno la rassegna stampa e parlano di cosa c’è scritto sulle prime pagine dei giornali di carta. Di contro, un altro esempio è quello che rende possibile alle radio, alle tv e ai giornali cartacei di essere consultabili grazie ai siti web o alle app, sfruttando quindi altri media.

Ma come si concretizza la gestione unitaria dei media della Chiesa Cattolica? Andiamo a vedere.

La corporate identity della Chiesa lanciata nel 2017

La strategia è visibile, per esempio, osservando il nuovo sito dell’informazione della Santa Sede: www.vaticannews.va. Ma anche dalla pubblicazione di tre nuovi loghi che servono a identificare la nascita dei nuovi schemi di comunicazione:

    • Vatican News: i contenuti informativi della Santa Sede della Chiesa Cattolica che vengono diffusi sul web e i social network
    • Vatican Media: la produzione multimediale (video, audio, documentari, dirette radiofoniche e televisive) indipendentemente dal mezzo di trasmissione (tutta la produzione multimediale, non importa se destinata alla televisione, a internet, alla radio, o a tutti e tre i mezzi)
    • Radio Vaticana Italia: radio disponibile a livello nazionale ascoltabile in FM e anche in DAB+


Gli apparati comunicativi della Chiesa Cattolica vengono guidati da logiche di collaborazione e di gestione unitaria, proprio come nelle intenzioni espresse da Papa Francesco del 2015 con il suo comunicato.

Al centro di questa gestione unitaria dell’informazione c’è Centro Editoriale Multimediale guidato dal mons. Dario Viganò.

Anche se i loghi usati sono diversi così come i canali di comunicazione, in virtù del fatto che i media tendono a unificarsi, la Chiesa Cattolica sceglie una struttura unificata per qualsiasi tipo di comunicazione audio, video e grafica, con l’intento di diffonderla in più canali e anche in più lingue.

I contenuti digitali risultano essere crossmediali (intrecciano più media diversi tra loro) anche grazie alla consulenza dell’agenzia Accenture Interactive, che ha aiutato la Segreteria per la Comunicazione della Santa Sede nella realizzazione della nuova identità comunicativa unificata.

Oltre a ciò, viene unificata anche la corporate identity, ossia l’identità pubblica della Chiesa. Si tratta cioè dell’immagine complessiva che la Santa Sede cerca di comunicare di sé stessa. Si fa in modo che tale immagine sia identica in ogni media perché la comunicazione diventi via via più “intrecciata”. L’aspetto grafico del nuovo brand è decisamente in linea con quelle che sono le nuove tendenze globali di comunicazione sia dal punto di vista grafico che pubblicitario pur mantenendo il carattere sobrio ed istituzionale del Vaticano con un impatto visivo eccellente verso il target di riferimento.

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