Il tempo non è denaro visto che non esiste

Il tempo non esiste, almeno credo. Di pancia ti direi che è una dimensione parallela con la quale conviviamo e che pensiamo di conoscere, ma che non riusciamo ad afferrare, a controllare e spesso a gestire.
Chi mi conosce, poi, sa che il tempo è una delle mie ossessioni, è un nemico evanescente con il quale combatto e perdo ogni giorno.
Si, ho scritto proprio ossessione.
Avere un’ossessione vuol dire avere una visione limitata della realtà relativamente all’oggetto della propria fobia. La cosa positiva, tuttavia, è che modificando il proprio mindset e orientando le proprie energie verso altri focus, queste possono essere superate. Ma non è così semplice.
Tuttavia stiamo parlando di tempo e non di ossessioni.
Leggendo sul web ho trovato decine di articoli su come gestire il tempo e, a dirla tutta, non ne ho compreso nemmeno uno.
Il tempo non può essere gestito.
Piuttosto è possibile lavorare sulle attività che svolgiamo per cercare di massimizzare i risultati. Proprio qualche giorno fa parlavo con un collega marketer proprio di questo argomento e di quanto sia importante programmare, analizzare e prevedere in anticipo tutte le mosse e le fasi strategiche e operative di qualsiasi progetto per evitare di “perdere tempo”.
Facendo un salto “fuori dal business” possiamo dire che perdere tempo può essere considerato come una strategia (tutt’altro che valida) per gestire alcune emozioni come ad esempio la noia, la frustrazione o l’ansia.
Qual è dunque il problema principale? Siamo noi. Si, perché siamo letteralmente bravissimi a non seguire i nostri stessi piani. Ma possiamo imparare o almeno possiamo provarci.
Per sfidare il tempo abbiamo bisogno di imparare a conoscerci e per farlo dobbiamo prenderci del tempo. Sembra un loop infinito e un po’ lo è.
Iniziamo con tre regole
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- Pianifica in maniera razionale e realistica le tue attività: cerca di programmare le cose giuste nei tempi giusti
- Incrementa le abitudini che ti permettono di non consumare tempo, ad esempio fidati degli altri, delega le cose da fare e impara a dire di no
- Cerca di ridurre le operazioni che ti fanno perdere tempo in funzione di quelle davvero importanti
Sembra fin troppo facile a dirsi, ma qual è l’approccio giusto?
Il tempo è come un fiocco di neve, scompare mentre cerchiamo di decidere che cosa farne.
Romano Battaglia

Tutta colpa di Einstein
Albert Einstein e la sua teoria della relatività. Tutto diventa relativo, compreso il tempo, e per questo motivo non è essenziale per spiegare il funzionamento dell’universo in cui viviamo.
Allora ci pensano gli psicologi con la soggettività della percezione temporale. Il tempo è un’illusione, una convenzione della società.
Ecco perché alcuni momenti della giornata passano velocemente mentre altri sembrano durare un’infinità.
Ma spingiamoci ancora oltre: il tempo è uno strumento creato dall’uomo per interpretare la realtà.
Interessante, invece, è l’assenza di tempo: il momento presente, la realtà che stiamo vivendo proprio ora. Qualche tempo fa leggevo su un libro di filosofia orientale che non esiste nulla al di fuori del tempo presente: passato e futuro non sono altro che proiezioni della nostra mente.
Alla fine degli anni 80 un tale Francesco Cirillo, imprenditore e formatore di origini italiane, introduceva la tecnica del pomodoro. A detta sua il nome deriva da un timer a forma di pomodoro di quelli che si usano in cucina per evitare di bruciare il cibo.
Durante la sua carriera universitaria Cirillo si distraeva facilmente e grazie a questo timer riusciva a studiare con la massima concentrazione per intervalli di ben 10 minuti. Col tempo perfezionò e sviluppò questa abitudine facendo nascere, di fatto, la tecnica appena citata.
Sul sito di Francesco puoi trovare parecchi spunti (in inglese), ma se vuoi provare ad applicare questa tecnica ti spiego come fare.
Innanzitutto procurati un pomod… un timer da cucina.
Scegli l’attività più importante della giornata e imposta il timer a 25 minuti. Quando suona prenditi una pausa di 5 minuti. Dopo quattro cicli da 25 minuti fai una pausa più lunga di 20 – 30 minuti.
Semplice dirai, eppure non è così. Anzitutto, allo scadere dei 25 minuti, interrompi bruscamente ciò che stai facendo. Non lo diresti ma è un ottimo modo per rimanere produttivi.
Poi, nelle pause devi assolutamente evitare una serie di attività:
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- leggere e rispondere ai messaggi sul cellulare
- controllare la caselle email
- guardare i feed sui social network
- pensare al lavoro
- fare qualsiasi attività complessa
Perché le pause funzionino è necessario dedicarsi ad attività manuali o comunque non impegnative come fare la lavatrice, prepararsi un caffè o anche una passeggiata.
Una bella camminata di cinque km è molto più efficace per un uomo infelice di tutte le medicine e gli psicologi del mondo.
Paul Dudley White
Tutta colpa di Montemagno
Ho “conosciuto” Montemagno quando forse non era ancora Montemagno. Ed è stato lui ad (ri)accendere in me la passione per le storie. A dirla così può sembrare strano, ma il modo e il phatos con cui il buon Marco parla dei vari Federer ed Elon Musk lo trovo decisamente eccezionale.
Partiamo proprio da quest’ultimo “pazzo furioso”.
Secondo Elon Musk non è importante lavorare tanto ma fare la le cose giuste. Il suo consiglio personale è quello di chiedersi ogni giorno quale sia la cosa più importante da fare per raggiungere il proprio obiettivo. Ciò permette di risparmiare ore di lavoro inutili e di mantenere vivo il focus principale.
Obama, poi, suggerisce di fare una lista con una attività principale e due opzionali e di concentrarsi ogni giorno esclusivamente su quelle.
A questo punto arriva Mark Zuckerberg e consiglia di concentrare le attività nelle prime ore della giornata perchè è proprio quello il momento in cui siamo davvero energici, concentrati e produttivi.
L’importante, aggiungerebbe Hitler, è essere dittatori di se stessi. Via le distrazioni, via il tempo sprecato in attività richieste da altre persone o che puoi delegare. Il tuo tempo vale molto di più di quanto pensi.

Tutta colpa di Pareto
Ho iniziato a scrivere questo articolo dopo aver intravisto, in una lettura che non c’entrava nulla, il teorema di Pareto.
Per chi non lo conoscesse, tale teorema, conosciuto anche come legge 80/20 afferma che questo rapporto è alla base di tutto ciò che si trova in natura e conseguentemente anche nel business.
L’80% della ricchezza nel mondo è in mano al 20% delle persone.
L’80% dell’alcol nel mondo è bevuto dal 20% delle persone.
L’80% dei guadagni di un’azienda è generato dal 20% delle vendite.
Ne consegue che il 20% del lavoro, se fatto bene, genera l’80% dei risultati.
Ecco, dunque, che dovremmo concentrarci sul 20% delle nostre attività (quelle davvero importanti) e svolgerle nel 20% del tempo che abbiamo a disposizione (quello in cui siamo più produttivi).
Nulla di più sbagliato.
Il fatto è che spesso si tende a pensare che con questo sistema si possano risolvere i problemi di tempo, ma in realtà l’impegno profuso nello svolgere un’azione (il 20%) e il rendimento che questa porta (l’80%) sono due valori che non possono essere sommati con facilità.
Per ottenere il 100% dei risultati è necessario impegnarsi al 100%.
Mi dispiace dirtelo, ma è la dura verità.
Per riuscire a gestire il tempo devi definire degli obiettivi ben precisi. Gli obiettivi sono mete che se non ti portano al risultato ti avvicinano gradualmente ad esso.

Il segreto per rallentare il tempo
Dal libro “Schiavi del tempo” di Ivan Petruzzi cito testualmente:
Rallenta per avere più tempo tra le mani e decidere in piena libertà come e con chi usarlo.
Per vivere secondo i tuoi ritmi, non quello degli altri o della società.
Per darti il riconoscimento e l’amore che meriti senza doverlo andare a elemosinare dagli altri.
Per concederti il lusso di sbagliare, di cadere, di cambiare mille volte idea e avvicinarti sempre di più al tuo personale concetto di felicità.
Il segreto per rallentare il tempo è viverlo con lentezza.
D’altra parte il tempo non è denaro, visto che non esiste.