Fashion: come distinguersi col naming

Uno dei settori nei quali il naming è più utilizzato ed usato da più tempo è sicuramente quello del fashion.
La moda, infatti, vende beni che spesso non sono necessari, e in molti casi anche a prezzi esagerati, eppure, nonostante tutto, resiste. Questo perché alla base della moda c’è un lavoro davvero certosino di marketing, che si lega anche all’attribuzione del nome giusto ai prodotti.
Ecco, quindi, quali sono le tecniche di naming più utilizzate dal mondo del fashion e spesso non individuate neppure dal cliente più attento.
Le tecniche dedicate al mondo del fashion
Il nome per un prodotto, una marca, o una linea di produzione nel mondo della moda può essere legato a diverse fonti.
Ecco quelle che, sicuramente, vengono prese in considerazione nella maggior parte dei casi:
Il nome del designer
In Italia abbiamo davvero moltissimi esempi dell’utilizzo del nome del designer per la moda: da Dolce&Gabbana, a Valentino, passando per Versace e Prada.
Questo perché utilizzando il proprio nome, il designer dimostra di tenere in modo particolare al proprio prodotto, che rappresenterà anche la sua reputazione.
Insomma, se il designer ci “mette la faccia” vorrà sicuramente dire che sa che il suo prodotto è ottimo e vuole confermarlo i questo modo.
Ovviamente, se il nome del designer è difficile da pronunciare, oppure potrebbe essere travisato, allora sarebbe meglio pensare ad un’altra soluzione.
Un nome inusuale
I nomi inusuali e corti sono spesso un’altra ottima scelta per il settore.
Questo perché consentono di avere a disposizione tutta una serie di vantaggi, tra i quali la facilità nel ricordare il nome, il fatto per il quale esso non potrà essere travisato e anche la possibilità di giocare molto sulle lettere e sul logo.
Esempi di questo tipo nel campo della moda sono rappresentati da H&M, Kuxo, AND e COS.
Anche in questo caso, sarà comunque necessario avere una “storia” che si possa collegare al nome, perché questa potrebbe affascinare il cliente e indurlo ad avere fiducia nel marchio.
Essenzialmente, quindi, alla domanda: “Che cosa significa il nome” non bisognerebbe fare scena muta, neppure per nomi molto corti e praticamente monosillabici.
Un nome strategico
Altri tipi di nomi nel settore fashion vanno a seguire una strategia ben precisa. Un esempio calzante è costituito da Le Slip Français, un marchio che si applica all’intimo di origine francese.
In questo caso, con il suo solo nome, l’azienda sarà riuscita a conquistare tutti gli estimatori della moda francese, arrivando, quindi, ad assicurarsi già una ricca quota di mercato.
Un nome che racconta una storia
Un altro sistema di naming dedicato al mondo del fashion è rappresentato dal nome che racconti una storia, che faccia venire in mente qualcosa di positivo al cliente.
Prova a pensare al profumo La vie est belle di Lancome: con una frase l’azienda che produce il profumo sarà stata in grado di dare un ottimo messaggio al cliente, fatto da positività e sensazioni gradevoli.
Anche Moschino creò il suo Cheap and Chic pensando alla stessa cosa: commercializzare un profumo che dia il messaggio di essere poco costoso, quindi Cheap, ma allo stesso tempo elegante, quindi Chic.
Queste sono tutte strategie ottime che si potranno applicare non solo al mondo del fashion, ma anche ad altri settori.
Ovviamente, la moda è una parte particolare del commercio, in quanto ogni tipo di marchio si rivolgerà ad una specifica categoria di persone, e anche per quella categoria ci potranno essere delle variazioni, dettate dalla fascia d’età, dalla stagione e anche da quanto la persona presa in considerazione potrà spendere per acquistare un bene specifico.
Ad ogni modo, quando paliamo di naming è sempre bene ricordare anche questi esempi.