Differenza tra prefazione, preambolo e introduzione

Conoscere la differenza tra prefazione, preambolo e introduzione è di fondamentale importanza per riuscire a scrivere e a produrre del materiale interessante, che possa essere chiaro, informativo e innovativo..
Tuttavia, anche se quella della scrittura viene spesso definita un’arte, esistono delle regole che devono essere rispettate, così come nella nostra attività di naming.
Alcune di queste regole, ad esempio, amministrano la gestione del testo all’interno di una composizione, come accade nella differenziazione tra prefazione, preambolo e introduzione.
Che cos’è la prefazione?
Una delle parti più importanti di un testo, soprattutto nel caso in cui si faccia riferimento ad un libro (romanzo o saggio), è costituita dalla prefazione.
Hai mai notato come molti libri si fregiano, già in copertina, della dicitura: “Prefazione a cura di”, indicando nomi di scrittori, giornalisti, politici o scienziati famosi? Questo ti farà già capire quanto la prefazione faccia già parte del testo dal punto di vista della sua importanza.
La prefazione, quindi, è quella parte del testo che si trova all’inizio del volume, e grazie al quale sarà possibile presentare al lettore il romanzo, il saggio o il trattato, oppure indicare delle nozioni e dei fatti legati all’autore.
La prefazione fa sicuramente parte della categoria dei testi realizzati da un soggetto diverso rispetto all’autore, ed è molto più comune in saggi rispetto ai romanzi, anche se spesso si trova in questi ultimi nel momento in cui essi siano storici e sia necessario presentare con dovizia di particolari il loro autore.
In molti casi la prefazione viene distinta rispetto al resto del testo, in quanto viene redatta in carattere corsivo.
Che cos’è il preambolo?
Noi ci occupiamo di naming, quindi le parole fanno parte davvero del nostro pane quotidiano, ma forse tanti lettori non sanno che cosa sia il preambolo.
Il preambolo viene anche detto premessa, ed è quella parte introduttiva rispetto alla pubblicazione, che viene redatta dallo stesso autore del libro.
Nel preambolo è possibile trovare delle nozioni di tipo generale relative al libro, alla vicenda narrata, e così via.
Ad esempio, in un libro che racconti la storia di un delitto realmente accaduto, la premessa potrà riguardare le indicazioni riferite agli antefatti, alla raccolta dei dati, e così via.
Anche il carattere potrà distinguere il preambolo dal resto del libro, in quanto questo viene spesso redatto utilizzando un carattere tondo, o tondeggiante.
Che cos’è l’introduzione?
L’introduzione consente, invece, di esporre ciò che chiarirà l’orientamento del libro, la sua impostazione.
Nell’introduzione, quindi, si parlerà in modo esplicito del tema trattato nel libro, e può consentire al lettore di mettersi nei panni di chi abbia scritto il testo, ad esempio capendo quale sia stato il suo punto di partenza al momento della stesura dello stesso.
L’introduzione è in moltissimi casi redatta dallo stesso autore, proprio per questa sua caratteristica legata alla necessità di introdurre il tenore del libro, romanzo o saggio.
Un caso particolare è l’introduzione delle tesi di laurea, che consente di fare un generale quadro della situazione nella quale si inserirà la trattazione contenuta nella tesi stessa.
Un altro fatto molto interessante è legato al momento della stesura dell’introduzione, e noi che ci occupiamo sempre di naming sappiamo quanto questo passaggio sia importante per sottolineare alcuni concetti chiave.
Infatti, l’introduzione dovrebbe essere scritta alla fine della stesura del testo, in quanto sarà effettivamente molto difficile riuscire ad introdurre qualcosa che ancora non esiste all’atto pratico.
Ad esempio, nell’introduzione si potrà leggere come lo studio contenuto nel saggio sia stato scritto in un modo particolare, e sarà stato strutturato con un sistema specifico proprio per dei motivi che potranno riguardare l’iter della stesura del testo.
L’introduzione, a livello grafico, è in genere scritta con il medesimo carattere del resto del testo.