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Design Emozionale e Minimalismo

Design Emozionale e Minimalismo

di Giovanni Sodano Novembre 03, 2010

L’importanza della decompressione visiva e degli spazi bianchi

 

Nell’attività creativa il termine Minimalismo allude ad una estrema scarnificazione dei mezzi espressivi e a una conseguente austerità formale.
Eppure il Minimalismo rimane qualcosa di diverso dalle tante tendenze che si sono succedute e spesso accavallate negli ultimi decenni.
Nel design parlando di minimalismo non si può far a meno di palrare di Design Emozionale: questo termine è stato coniato da Donald Norman nel libro “Emotional Design”.
Per design emozionale si intende uno specifico punto di vista nell’ambito del design che prende in considerazione l’aspetto emotivo del rapporto persona-oggetto.
Per questo motivo è considerato un aspetto dello user centered design.
Il design emozionale suddivide la sua analisi in tre aspetti che vanno bilanciati correttamente:

 

1. Design Viscerale

“è quello che fa la natura” (p. 64). Si tratta di un design semplice, attraente e piacevole indipendentemente dal background culturale. E’ legato all’impatto viscerale immediato che si ha nei confronti di un oggetto, piacevole perché ‘affine’ alla nostra stessa natura.

 

2. Design Comportamentale

“è tutto basato sull’utilizzo” (p. 68). E’ l’ambito del design solitamente coperto dall’usabilità. Norman definisce quattro caratteristiche: funzione, comprensibilità, usabilità, sensazione fisica. E’ quello trattato nel suo libro “La Caffettiera del Masochista” (“The Design of Everyday Things”).

 

3. Design Riflessivo

“è legato al messaggio, alla cultura e al significato” (p. 82). Prende in considerazione l’aspetto di significato personale e sociale che un particolare design ha. L’utilizzo di uno stile identificherà un prodotto con la categoria sociale che fa uso di quello stile e si caricherà di significato di conseguenza.

 

 

In definitiva possiamo dire che la caratteristica principale di questo stile è quello di portare un soggetto ai suoi minimi termini, eliminando qualsiasi elemento che possa in qualche modo distogliere l’attenzione, creare rumore, dal messaggio che si vuole veicolare.
Il principio di riferimento diventa quindi un eloquente LESS IS MORE i cui elementi principali diventano:

 

1. semplicita’

intesa come assenza di elementi inutili o ridondanti al fine della comunicazione: il contenuto assume un ruolo centrale, e tutto quello che è superfluo o ridondante viene eliminato

2. uso degli elementi tipografici

per guidare la fruizione dell’utente: margini, allineamento e gerarchia visiva per strutturare il messaggio. I font e le parti testuali assumono interesse visivo, e aiutano l’utente nell’individuare le parti importanti del contenuto

3. utilizzo dello spazio bianco (whitespace)

consentendo di separare gli elementi e di focalizzare l’attenzione dell’utente su determinate aree della pagina. Questo è ancora più vero, se agli elementi vengono applicati altri principi di design, quali la proporzione, l’enfasi in modo da definire dei chiari e facilmente distinguinguibili percorsi visivi.

4. uso essenziale della grafica

è infatti sbagliato considerare minimalisti solo i siti in cui è stata elimanata del tutto la componente grafica o in bianco e nero. L’importatnte è che questa non distragga dal messaggio centrale che si desidera proporre, ma che aiuti la navigazione dell’utente tra i contenuti del sito.

 

I contenuti e le notizie riportate in questo articolo sono state tratte dalla rete

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