C’è solo un tipo di successo, fare della propria vita ciò che si desidera

Parliamo di tempo, di focus e di mindset.
Eccomi, dopo un lungo stop. Ho deciso di prendermi una pausa e di leggere qualche libro. Ho anche tentato di dipingere, di concentrarmi su qualcosa di “fisico” e rilassante. Ebbene, la mia seconda prova è ancora lì sulla scrivania appoggiata a un cavalletto improvvisato con il treppiedi della videocamera. Lo finirò prima o poi, lo prometto.
In verità sto scrivendo questo articolo in risposta a un commento che mi è arrivato via email riguardo all’articolo Il tempo non è denaro visto che non esiste. Nel commento mi si contestavano, per linee generali, le argomentazioni che avevo dato per cui, mio caro amico, cerco di farmi capire meglio, o almeno ci provo. Premetto anche che non sono un esperto di gestione del tempo e ciò che scrivo è null’altro che il frutto dei miei test che mi piace condividere con chi ha piacere di leggerli. Ma andiamo avanti.
Il titolo di questo articolo non è mio: l’ho preso in prestito da Henry David Thoreau e credo che esprima a pieno il mio punto di vista. Mi spiego.
Facciamo un esempio.
Se nell’arco della giornata devi fare 10 telefonate come ti organizzi? Hai due possibilità: la prima è cominciare dalle telefonate veloci per poi passare a quelle più impegnative e infine quelle impossibili che sai già che ti faranno perdere parecchio tempo.
Il secondo approccio, invece è esattamente l’opposto: inizi la giornata con le telefonate complicate e se rimane tempo poi ti dedichi a quelle veloci.
Nel primo caso alla fine della giornata sarai riuscito a fare sette telefonate su dieci e nel secondo caso ne avrai fatte solo tre.
Dove voglio arrivare? Pensiamoci insieme. Le telefonate più impegnative sono sicuramente quelle più importanti che nella prima opzione avrai rimandato al giorno dopo (e che probabilmente continuerai a rimandare perché le lascerai sempre per ultime) mentre nella seconda saranno state la tua unica attività della giornata.
Dunque, il primo approccio ti porterà a fare tanto, ma il secondo ti consentirà di fare ciò che conta, ma vediamola anche da un altro punto di vista. La differenza sostanziale sta sul piano emozionale: la soddisfazione di aver cancellato ben sette telefonate dalla tua to do list sarà ben poca cosa rispetto alla soddisfazione di aver portato a termine quei task che ritenevi impegnativi e a cui non dovrai dedicarti più il giorno seguente.
Generalizzando molte persone fanno ciò che devono fare (in ritardo e spesso in affanno) e non riescono mai a trovare il tempo per fare quello che desiderano e questo è un po’ il segreto della gestione del tempo: concentrarsi non tanto sul numero di azioni da svolgere ma sui pochi risultati che si desidera ottenere.
Troppo spesso, infatti, non riusciamo a ottenere ciò che vogliamo perché ci lasciamo trascinare dagli eventi, imprigionare dal tempo e dalle pretese che gli altri hanno su di noi.
Abbiamo paura di decidere.
Aspetta un attimo, ma cosa ha a che fare il tempo con ciò che si desidera nella vita?
Semplice. Il tempo è ciò che scandisce le nostre azioni e, se ci pensiamo abbiamo lo stesso numero di ore al giorno che hanno avuto i nostri modelli: abbiamo lo stesso tempo di Steve Jobs, di Elon Musk, di Madre Teresa e di Leonardo da Vinci.
Allora perché alcune persone riescono a fare un sacco di cose e ad avere successo mentre tutti gli altri no?
Negli anni ’80 un certo Stephen Covey ha studiato il comportamento di molte persone di successo ed ha riassunto le sue osservazioni nel libro “The 7 habits of highly effective people” tradotto in italiano con “Le sette regole per avere successo”.
Queste regole non sono altro che le abitudini che si applicano durante la giornata e il bello è che non sono valide per tutti. Ognuno di noi ha le sue specifiche necessità ed è naturale che sia così. Ci sono tuttavia dei punti fermi ed uno su tutti è questo: maneggiare con cura gli aggettivi URGENTE e IMPORTANTE.
Dal loro utilizzo può derivare una vita ricca di stress oppure di soddisfazione e risultati centrati.
A questo punto facciamo un gioco. Disegna una piramide con quattro livelli e inizia a riempirla con le attività che rispecchiano queste caratteristiche:
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- al livello più basso metti tutte quelle cose che sono non urgenti e non importanti
- al livello superiore segna le attività che sono urgenti ma non importanti
- al secondo livello metti ciò che ritieni urgente e importante
- in cima metti quelle cose che ritieni importanti ma non urgenti
Fatto?
Hai appena disegnato la piramide del tempo. E in base a come svolgerai queste attività potrai definirti proattivo, sotto pressione, insoddisfatto o dispersivo.
Voglio chiudere parlando della cima della piramide: della proattività. In questa zona non vanno solo i progetti e le attività lavorative, ma puoi metterci anche la famiglia, gli amici, le tue passioni e così via. Spesso, queste cose vengono sacrificate in funzione di quelle urgenti e poco importanti, ma se ci pensi sono quelle che ti fanno stare bene, che ti rendono soddisfatto e che ti fanno sentire realizzato.
La proattività si differenzia dalla reattività in quanto la prima dipende da noi e non da fattori esterni. In questa modalità mentale siamo in grado di decidere in che modo reagire in ogni situazione ed approcciare ad ogni circostanza. La reattività ci deresponsabilizza facendo dipendere le nostre azioni da quelle degli altri.
Essere proattivi vuol dire agire basandoci esclusivamente sui valori in cui crediamo, essere padroni del nostro destino in quanto abbiamo il potere di decidere come comportarci e di creare la realtà che ci circonda.
Niente male, no?