fbpx

Case Study: Starbucks

Case Study: Starbucks

di Giovanni Sodano Marzo 27, 2019

Una delle aziende più famose, e forse discusse, al mondo è Starbucks, magnate del caffè e delle bevande aromatizzate, sbarcata da pochissimo anche in Italia, e già capace di mietere un successo senza pari.

Starbucks ha, come molte altre aziende simili, una storia interessante sia dal punto di vista del marketing e del suo sviluppo, sia per quanto concerne la scelta del suo nome.

La nascita di Starbucks

Il primo Starbucks  aprì a Seattle, nello stato di Washington, il 31 marzo del 1971, grazie all’iniziativa di tre soci, ragazzi che si erano conosciuti quando erano ancora degli studenti all’università di San Francisco. Questi erano Jerry Baldwin, Zev Siegl e Gordon Browker.

I tre iniziarono a pensare alla possibilità di vendere chicchi di caffè di alta qualità, oltre a tutto l’equipaggiamento per tostare il caffè: questo grazie all’esempio dell’imprenditore Alfred Peet, che si occupava proprio di questo, e che insegnò loro i fondamenti del mestiere.

Dopo il primo caffè, i tre soci nel 1984 acquistarono anche l’azienda di Peet, approfittando di una crisi che aveva colpito il settore del caffè in tutti gli Stati Uniti.

Gli stessi fondatori del caffè più famoso del mondo vendettero il loro marchio ad Howard Schultz che era un manager, e che si occupava già di lavorare nel settore.

Forse proprio per la capacità di quest’uomo, a partire dalla vendita, Starbucks iniziò ad espandersi al di fuori della sua città d’origine, arrivando, già nel 1989, ad aprire ben 46 negozi differenti.

Da questa piccola narrazione si può comprendere come spesso non serva solamente un’idea geniale per avere successo, ma anche la capacità di far fruttare questa idea nel modo giusto.

L’origine del nome Starbucks

Da tre ragazzi che fondarono un’azienda basata sulla vendita del caffè ci si sarebbe attesa la scelta di un nome che, in qualche modo, avesse a che fare con il mondo degli aromi e del cibo.

Invece, l’ispirazione per Starbucks venne da molto più “lontano”, e da un amico dei fondatori dell’azienda.

I tre, infatti, pensavano di chiamare l’attuale Starbucks con il nome Cargo House, ma un loro amico, Terry Heckler, che si occupava di un’agenzia di pubblicità, indicò come le parole che iniziavano con le lettere St apparissero di successo, potenti e capaci di attirare l’attenzione.

Così, i fondatori dell’azienda iniziarono a compilare una lista di nomi che iniziavano proprio per “St”. ad un certo punto venne fuori il nome di Starbo, una vecchia città famosa per le miniere.

Vedendo il nome della città, Bowker si ricordò di come si chiamava il primo ufficiale di coperta del romanzo Moby Dick: il suo nome era Starbuck. Siccome il nome sembrava “potente” e rispettava anche alcune delle caratteristiche che erano state indicate da Heckler, i tre decisero che quello sarebbe stato il nome dell’azienda e dei negozi.

Starbucks e il naming

Conoscere le modalità con le quali è stato scelto un nome per un prodotto o un locale famoso può sempre essere interessante, e può anche far comprendere quali dovrebbero essere le logiche di naming poste alla base di una tale decisione.

In questo caso, i tre soci fondatori avevano proposto alcuni nomi, che però non sembravano essere particolarmente incisivi né originali.

“L’imbeccata” proveniente da un loro amico, aveva consentito ai tre di avere una nuova prospettiva sulla faccenda, arrivando ad avere il nome perfetto, anche sotto il profilo del naming.

Questo, infatti, è un nome:

– Corto e d’effetto
– Dal suono incisivo
– Evocativo
– Difficile da modificare
– Che si pronuncia nello stesso modo in tutto il mondo
– Che consente anche di giocare sull’immagine navale e legata al romanzo

Grazie a tutti questi elementi, quindi, l’azienda Starbucks ha potuto raggiungere il successo attuale.

Condividi questo contenuto sui Social

Iscriviti per rimanere in contatto con me!

Niente spam, promesso!