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Andiamo in vacanza con i nomi del gelato

Andiamo in vacanza con i nomi del gelato

di Giovanni Sodano Agosto 07, 2018

Nulla “fa estate” come il gelato, un dolce tipico di questa stagione e amato da grandi e piccini.

Il gelato, anche solo con il suo naming, può richiamare alla mente delle emozioni davvero particolari, spesso legate alle prime vacanze, oppure alla crescita e al fatto di avere una famiglia e così via.

Utilizzare gli esempi legati al gelato può consentire davvero di valutare quanto il nome sia importante in questi casi, e quanto questo possa davvero fare la differenza nel far ricordare ed apprezzare un determinato prodotto.

I nomi di gelato più emozionanti

Per iniziare la carrellata dei gelati che ancora sono presenti in commercio oggi si potrà cominciare con il classico Magnum, gelato di Algida che, forse tanti non sanno, nacque già nel 1989.

Questo gelato ha un nome molto evocativo, che è stato, soprattutto negli ultimi anni, anche accompagnato da una campagna pubblicitaria particolarmente azzeccata.

Esso, infatti, con il suo nome esprime il fatto di essere più grande, e con un cioccolato più spesso, rispetto agli altri. Allo stesso modo, al Magnum a livello pubblicitario è stato “accoppiato” anche un messaggio legato alla forza e alla sensualità.

Quindi, il Magnum è il gelato per persone che si vogliono godere la vita, e il progetto di naming è ancora oggi azzeccato.

Pensate anche alla Coppa del Nonno, un gelato che ha iniziato ad essere distribuito negli anni Cinquanta, e che per molto tempo ha mantenuto una linea tradizionale.

Lo slogan “Nessuno come te” consente di comprendere quali tipi di emozioni l’azienda abbia voluto trasmettere con questo nome: una sensazione di appartenenza, di sicurezza e tradizione, di semplicità, adatta a chi voglia incarnare questi valori anche nella vita di tutti i giorni.

Infine, pensa al Maxibon, un gelato che ha iniziato sin da subito ad assumere il connotato di dolce per i giovani, per chi era un po’ trasgressivo e fuori dagli schemi.

Qui il naming ha voluto esprimere sia il fatto per il quale il gelato è più grande di un biscotto classico, e sarebbe anche più buono, in quanto combina le caratteristiche di un ricoperto e di un biscotto.

I gelati del passato

Un tempo erano presenti anche gelati che oggi non si trovano più, come il Piedone, un gelato fruttato, ma dal gusto praticamente da Bubble Gum, che era molto amato dai bambini, e che metteva insieme la bontà di una merenda con il divertimento, dato dalla sua forma.

Oppure il Twister, che era difficile da mangiare, ma per questo era molto amato dai più piccoli.

La Motta produsse anche il gelato Razzo, che, alla fine della sua consumazione, poteva diventare anche un gioco per i bambini, che avrebbero potuto, con materiali molto semplici, divertirsi in città o in spiaggia.

Poi, molti nati negli anni Cinquanta e Sessanta ricorderanno il Paiper, un gelato che prendeva anche il nome di un famoso locale, e che veniva commercializzato sottolineando le sue caratteristiche di innovazione e gusto, tutte adatte ai ragazzi.

Caso particolare è quello del Camillino, uscito già nel passato sotto forma di biscotto, e tornato negli anni Novanta come piccolo gelato ai cereali. Nel primo caso veniva venduto soprattutto ai bambini, mentre nel secondo caso, anche per l’operazione di naming che ne sottolineò la leggerezza, divenne un gelato soprattutto per le ragazze e le donne che volessero concedersi uno sfizio senza eccedere.

Il Pinguino fu un altro gelato molto amato, addirittura di origine antica, in quanto sarebbe nato a Torino ai primi del Novecento. Il Pinguino era il classico gelato leggero, e adatto a chi volesse concedersi un dolce fresco e un po’ diverso dal solito.

Infine, tanti ricorderanno uno dei primi gelati della Motta, il Mottarello; il suo slogan “Nutre e rinfresca” venne molto apprezzato soprattutto dagli adulti, ma ovviamente anche dai più piccoli.

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